06-10-2020
Il mio valzer con papà
de Rita Dalla Chiesa
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NOTA DE LEITURA
Rita Dalla Chiesa publicou agora mais um livro sobre seu
pai, o General Carlo Alberto Dalla Chiesa, quando se completavam 100
anos sobre a data do seu nascimento em 27 de Setembro de 1920. Num ou
noutro ponto repete o que constava já da sua autobiografia
Mi
salvo da sola,
mas o livro não perde interesse por isso. Também em 2017, ela e seus
dois irmãos mais novos, Nando Dalla Chiesa e Simona Dalla Chiesa, haviam
publicado uma biografia que intitularam “Dalla Chiesa, Un papà con
gli alamari” (alamari são os passamanes da farda).
Rita Dalla Chiesa tem já alguma idade (nasceu em 31 de
Agosto de 1947), mas não aparenta a idade que tem e continua a trabalhar
em televisão.
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ANSA. it Libri |
di Nicoletta Tamberlich
03 settembre 2020
RITA DALLA CHIESA - IL MIO VALZER CON PAPA' - (RAI LIBRI )
"Ricordo, una sera, che eravamo al Circolo Ufficiali, e mio padre mi chiese di ballare. Finalmente era solo il mio papà, non il generale dalla Chiesa. Ballammo un valzer, Sul bel Danubio blu, e io ero felice. Lui con la sua divisa di gala, e io con un abito lungo giallo pastello. La foto di quel valzer per me, rappresenta tante cose. Soprattutto una spensieratezza che non era certo la nostra compagna di vita". Esce il 3 settembre il libro che Rita dalla Chiesa dedica a suo padre 'Il mio valzer con papa' " (edito da RAI LIBRI 16 euro) e sarà presentato a Pordenonelegge (il 19/9), con memorie, aneddoti e racconti intorno al padre, il prefetto Carlo Alberto, figura simbolo della lotta delle istituzioni italiane contro terrorismo e la criminalità organizzata, vittima 38 anni fa, il 3 settembre 1982, dell'agguato in cui persero la vita anche la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo.
"Per la prima volta - racconta la figlia e autrice del volume - raggiunta dall'ANSA al telefono - non sarò presente alla commemorazioni a Palermo per via dell'emergenza covid. Non vedo i miei fratelli da mesi, Nando e Simona, che vivono rispettivamente a Milano e Catanzaro, ma sono una persona che rispetta le regole e questa pandemia confesso mi ha un pò spaventata, dovremmo tutti essere più responsabili nel rispetto della salute del prossimo".
Nella foto lei è bellissima: "avevo 18 anni anche papà con la sua divisa con la giacca bianca e le onorificenze, alto affascinate. Piaceva alle donne perché le rispettava, era un gentiluomo".
Come è nata la scelta di scrivere questo volume, ricorrono anche i 100 anni della nascita di suo padre (il prossimo 27 settembre Ndr)? "Non avevo in verità - sottolinea - nessuna intenzione di farlo, pensavo che quello che c'era da scrivere era già stato ampiamente affrontato dai libri di mio fratello e da mia sorella. Poi la Rai me lo ha chiesto perchè ci teneva ad avere una ulteriore testimonianza su mio padre, un ricordo a 360 gradi ma più intimo, perchè è stato un uomo tanto apprezzato in questo paese. E così incerta mi sono messa davanti al computer: per incanto le parole sono scivolate via velocemente, i ricordi riaffioravano tutti, immagini, foto di una vita era come un file che stava lì nella mia testa, scrivevo e le parole non mancavano mai. Guardavo attraverso la scrittura il film della mia adolescenza, l'inizio dell'età adulta fino al quel giorno buio e brutale, che non smette di fare male. Oggi ero in ascensore e mi sono ricordata le sue telefonate".
Ecco allora i ricordi di bambina cresciuta con la famiglia in una caserma dell'Arma cambiando spesso città. L'adolescenza ribelle e il non saper stare troppo "nei ranghi". Il varcare la soglia dell'età adulta fatta di nuove consapevolezze. "Le occasioni intime di stare insieme - confessa l'autrice e conduttrice tv erano in effetti rare - ma sono scolpite nel mio cuore". Il ritratto commosso, orgoglioso, tenero e vivido, di un uomo che ha incarnato il senso della giustizia e della capacità di lotta contro le diverse forme del male sociale. Ma, soprattutto, l'omaggio di una figlia che ha perso tragicamente suo padre, strappato troppo presto all'affetto suo e dei suoi fratelli.
Sono le 21.15 di venerdì 3 settembre 1982 quando, in un agguato a Palermo, il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro vengono freddati a colpi di kalashnikov, insieme all'agente di scorta Domenico Russo. Lei Rita in tutti questi anni oltre al dolore e al ricordo si sarà fatta delle domande? "Tante. Penso che mio padre una morte dignitosa non l'ha avuta, l'hanno ammazzato lasciando lui, la moglie e Domenico in macchina. Sono convinta che se avesse avuto ancora i suoi carabinieri del nucleo creato da lui, uomini non collusi, vicino non sarebbe successo quello che è successo. Penso si sarebbe salvato. Erano persone fidate, erano uomini che non lo avrebbero perso d'occhio". I proventi del libro andranno agli "orfani dei militari dell' Arma dei Carabinieri, l'Onaomac: "penso sia giusto, perché contrariamente a me e ai mie fratelli che abbiamo avuto la possibilità di andare avanti nella vita, ci sono tanti bambini rimasti senza genitori. E mi piace pensare che da un ricordo su Papà nasca un segnale di speranza proprio per i più giovani".